Le sigarette elettroniche sono diventate un’ottima alternativa al fumo classico per tanti italiani, anche se sembra che la comunità scientifica internazionale cerchi sempre ulteriori risposte alle domande di tanti consumatori dubbiosi.
Infatti, nonostante il nostro Paese sia in regola con le normative europee, ancora molte persone pensano alla sigaretta elettronica con sospetto, e i detrattori di questo metodo per ridurre la dipendenza da nicotina si avvalgono spesso di studi che potrebbero non avere il fondamento sperato.
Ovviamente, i consumatori potranno essere sicuri di scegliere una sigaretta che non recherà loro alcun danno puntando sulla qualità, come quella che costituisce uno dei valori fondamentali dei negozi Smo-King, diffusi su tutto il territorio romano e in grado di rifornire i clienti con i dispositivi e i liquidi migliori.
Infatti, sarà possibile rivolgersi a questa azienda per acquistare i migliori kit svapo a Roma, come quelli delle marche Eleaf, Joyetech, Justfog e Wismec, ottenendo anche consigli e raccomandazioni in merito al loro utilizzo.
Per chi ami soprattutto l’aroma del tabacco sarà anche possibile optare per i liquidi più profumati, come quelli de La Tabaccheria e di Baffometto, marche di punta dei negozi Smo-King.
I punti vendita Smo-King si trovano davvero in moltissime zone della città, come quello di Piazza Bologna, per Roma Centro, il negozio di Roma Casalotti, quello di Centocelle e quello di Collatina.
Le sigarette elettroniche sono sicure, parola di scienziato
Come si è già indicato, spesso gli studi che vengono condotti possono portare ad allarmare i consumatori circa i pericoli derivanti dall’uso delle sigarette elettroniche.
Uno di questi, recentemente, sarebbe stato confutato dal team del Coehar, il Centro di ricerca per la Riduzione del danno da fumo, che ogni anno si occupa di effettuare sperimentazioni e controlli proprio in merito a quelle che potrebbero essere le patologie correlate al fumo, sia delle classiche “bionde” sia della sigaretta elettronica.
Lo studio del Centro di Ricerca è stato pubblicato sulla rivista European Respiratory Journal, e servirebbe ulteriormente a rassicurare chi abbia scelto la sigaretta elettronica.
Il Coehar, che collabora con Istituzioni e altri centri di ricerca, ha deciso di approfondire quelle che erano le risultanze derivate da uno studio realizzato dai ricercatori inglesi diretti dalla dottoressa Lisa Miyashita.
Questo team avrebbe affermato, dopo aver effettuato alcuni accertamenti, come l’utilizzo delle sigarette elettroniche porterebbe il corpo ad essere più suscettibile rispetto alle infezioni provocate dallo Pneumococco, un batterio molto pericoloso e capace di provocare malattie a carico di tutto l’apparato respiratorio.
Valutando le metodologie che sono state utilizzate dal gruppo di ricercatori inglesi, il Coehar, ed in particolare il team diretto dal professor Riccardo Polosa, ha trovato quelle che potrebbero essere definite come alcune criticità.
Infatti, il gruppo italiano ha evidenziato come gli inglesi, ovviamente non con uno scopo “doloso” ma solamente con obiettivi di ricerca, abbiano tratto le loro conclusioni esponendo le cellule, che costituivano il terreno di valutazione rispetto al contagio da Pneumococco, ad uno stimolo che è stato definito “Abnormale e abnorme”, difficile da ritrovare in un fumatore di sigarette elettroniche classico, che si rivolga a Smo-King per l’acquisto di un dispositivo oppure di liquidi per il fumo elettronico.
Allo stesso modo, sarebbero state evidenziate delle criticità anche in relazione al ceppo di batteri scelti dal team inglese.
Infatti, questi avrebbero basato le proprie conclusioni sull’utilizzo di un tipo di Pneumococco difficile sia da ritrovare in condizioni normali, sia da ricreare anche in laboratorio: si parlerebbe, quindi, di una sua scarsa “ripetibilità” a livello sia naturale sia artificiale.
Proprio per questo motivo le risultanze ottenute dal team, che ha collaborato anche con il gruppo del dipartimento BIOMETEC dell’università di Catania, hanno messo nuovamente in una luce positiva l’utilizzo delle sigarette, consentendo agli italiani di guadagnare la pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica sulla quale era già stata pubblicata la precedente ricerca inglese.