L’Amarone della Valpolicella, vino molto corposo e dal caratteristico retrogusto amaro, è considerato il più pregiato vino rosso prodotto nella regione Veneto. La sua storia non è antichissima. Comincia ad essere commercializzato solo a partire dagli anni 50. Diventa DOC nel 68 e infine DOCG nel 2010.
Eccellente riscontro commerciale
Negli ultimi 20 anni, l’Amarone si è reso protagonista di una spettacolare ascesa commerciale. Del resto sono i numeri che parlano. Nel 1997 venivano vendute circa un milione e mezzo di bottiglie. Già nel 2013 il volume si è portato a 13 milioni di bottiglie. Infine, nel 2015 il giro d’affari che ruota intorno alla denominazione è di 315 milioni di euro e il 60% è venduto all’estero.
Ha trovato spazio nel mercato nordamericano, che detiene la quota del 23%, in Cina, in Russia e va forte in Germania (18%) e Svizzera (14%).
Fra tutti i dati emerge l’online, un canale sempre più incidente nel volume delle vendite. Le attività che lo usano offrono un’ampia gamma di proposte a prezzi competitivi. Tra quelli su cui è possibile acquistare l’Amarone della Valpolicella c’è Spiritstyle.
Gli attributi della degustazione
Colore
L’Amarone è un vino dal colore rosso rubino piuttosto carico che, invecchiando, tende ad assumere riflessi ramati.
Naso
Il profumo, alquanto deciso, è speziato e persistente. I sentori olfattivi sono di noce, ciliegia, frutti di sottobosco e perfino cioccolato.
Sapore
Al palato risulta secco, robusto e pieno, ma comunque equilibrato. Tipico è il suo retrogusto amarognolo. Viene apprezzato sia da giovane che invecchiato.
Gradazione
La gradazione alcolica dell’Amarone della Valpolicella va dai 14 gradi dei vini meno invecchiati, ai 17 di quelli più corposi.
Le fasi della produzione
Vitigni
In base al disciplinare di produzione, può essere prodotto soltanto in provincia di Verona, con le medesime uve a bacca scura del Valpolicella: corvina, molinara e rondinella.
Raccolta
Le tecniche di produzione dell’Amarone prevedono una raccolta da effettuarsi a cavallo dei mesi di settembre e ottobre.
Appassimento e fermentazione
I grappoli vengono sistemati con molta cura su graticci in bambù, in grado di assorbire l’umidità e di ridurre il rischio di muffe. Qui l’uva viene lasciata appassire almeno fino al gennaio dell’anno successivo a quello della raccolta. Quindi si procede con la pigiatura per ottenere il mosto. Essendo lasciato appassire per più di un anno, il mosto risulta molto concentrato e fermenta molto lentamente.
Alla fine, è proprio il lungo processo di fermentazione che stacca l’Amarone della Valpolicella dai passiti dolci come il Recioto, di cui è un’evoluzione. Infatti lo zucchero svanisce, trasformandosi tutto in alcol e generando un rosso secco e strutturato.
Affinamento
La fase successiva è quella dell’affinamento. A volte la stagionatura avviene dentro le barrique, ma solitamente si usano grandi botti di rovere da 80 a 100 ettolitri.
Il tempo minimo fra vendemmia e vendita è di tre anni, ma se l’annata è buona, viene lasciato qualche anno in più.
Una stagionatura più lunga dona all’Amarone un gusto più morbido e rotondo e ne allunga la vita. Alcuni possono superare i 30 anni.
Gli accostamenti culinari
Come tutti i rossi corposi, l’Amarone della Valpolicella accompagna meglio i piatti invernali, come arrosti e spezzatini. Ottimo anche con selvaggina, salumi e formaggi stagionati.
Si sposa anche con i primi. Tipico piatto veronese è il risotto all’Amarone. Ma è ottimo con pasta e fagioli e pappardelle.
Un’eccellente caratteristica è la capacità dell’Amarone di essere apprezzato in solitaria, come vino da meditazione.
Come servire
La temperatura di servizio dell’Amarone è compresa tra i 18 e i 20 gradi. Perfetto sarebbe stappare la bottiglia almeno due ore prima di servirlo. Infine, se il vino è molto invecchiato si consiglia di farlo decantare in caraffa, per consentirgli di decomprimersi dopo i lunghi anni trascorsi in bottiglia.