La prostatectomia consiste nella rimozione della prostata.
La prostata può essere rimossa in tutto o in parte, nel primo caso parliamo di prostatectomia radicale. Quest’ultima consiste nella rimozione completa della prostata e delle vescicole seminali.
E’ chiaro che prima di arrivare a questa soluzione è opportuno consultare il proprio medico circa l’adeguatezza dell’operazione al proprio caso.
La prostatectomia è un intervento chirurgico che ha un impatto importante sulla qualità di vita degli operati; nella maggior pare dei casi la conseguenza principale è un deficit erettile in percentuali che variano dal 25% al 75%, quindi non è escluso che dopo l’intervento possa aversi un’ erezione senza prostata, questo dipende dai casi specifici.
La prostatectomia robotica.
La prostatectomia è un intervento utilizzato per trattare i tumori alla prostata consentendo di eliminare completamente la massa tumorale.
Attualmente la prostatectomia viene svolta aiutandosi da un sistema robotizzato che consente di ridurre al minimo le conseguenze dell’intervento ed il sorgere di eventuali complicazioni, garantendo maggiore precisione; in questo caso si parla di prostatectomia robotica.
La prostatectomia robotica consente di rimuovere la prostata utilizzando strumenti che vengono introdotti nel corpo attraverso delle cannule di pochi millimetri, dotati di un’apposita telecamera e di assistenza robotica.
Le immagini catturate dalle telecamere sono fondamentali per lo svolgimento dell’operazione, ed è in sede dell’intervento che è, in alcuni casi, già possibile condurre un esame istologico che indicherà l’estensione della massa tumorale e la sua natura.
Questo tipo di intervento ha come vantaggio la riduzione di rischi e complicanze come: impotenza, incontinenza, dolori post-intervento, etc. Purtroppo questo intervento non è sempre possibile, esso è indicato solo nei casi di tumore meno aggressivo in cui si mirano a conservare tutte le funzioni sessuali del paziente.
Una delle possibili conseguenze dell’intervento: la disfunzione erettile.
Il deficit erettile è uno dei principali rischi che possono incombere nel periodo post-operatorio.
Esso dipende da numerosi fattori, molti dei quali sono di ordine psicologico.
I pazienti spesso vivono momenti di intimità difficili a causa delle cicatrici e della perdita dell’eiaculazione.
E’ possibile ridurre o eliminare la disfunzione erettile seguendo specifiche terapie di riabilitazione, il miglioramento può avvenire entro 24 mesi dall’intervento, dopo questo periodo la possibilità di miglioramenti diventa sempre più scarsa e rara.
Prima e dopo l’intervento.
Prima dell’intervento è doveroso rimanere a digiuno, assumere i farmaci prescritti dal medico e sospendere quelli da esso, eventualmente, indicati.
Dopo l’intervento è necessario sottoporsi ad esami di controllo generali per escludere il risorgere della malattia e per scongiurare il rischio di complicanze fastidiose.