Mononucleosi: cause, sintomi e prevenzione

La mononucleosi è una malattia infettiva, conosciuta anche come “malattia del bacio” in quanto si trasmette principalmente mediante la saliva. Questa malattia può essere trasferita anche attraverso la condivisione di bicchieri o per effetto di goccioline di saliva derivanti da starnuti o colpi di tosse.

In genere, questa patologia è asintomatica, quindi può capitare di venirne colpiti senza esserne al corrente. Nel caso in cui i sintomi si manifestino, invece, tra i più comuni troviamo malessere e affaticamento, ma la mononucleosi è anche una delle cause principali delle placche alla gola, del rush cutaneo e della febbre. Ma vediamo più nel dettaglio cos’è, quali sono le cause, i sintomi e com’è possibile curarla.

Cause

La malattia del bacio trova la sua origine nel virus di Epstein Barr (EBV), un virus della famiglia degli herpes virus di cui fanno parte anche i patogeni responsabili della varicella, dell’herpes labiale o genitale e del fuoco di Sant’Antonio.

Una volta che il virus Epstein Barr entra in circolazione nel nostro organismo, questo stimola la produzione di globuli bianchi, in particolare le cellule mononucleate, da qui il nome mononucleosi.

Il contagio da mononucleosi può avvenire sia in maniera diretta che in maniera indiretta. Nel primo caso il contagio avviene attraverso la saliva e le urine, tramite i rapporti sessuali non protetti oppure ancora attraverso le trasfusioni di sangue ed emoderivati.

Quando invece il contagio avviene in maniera indiretta molto probabilmente si è entrati in contatto con oggetti contaminati, come per esempio posate o bicchieri.

Contagiosità

La mononucleosi è una malattia infettiva con una contagiosità modesta e che riguarda per lo più soggetti in età compresa tra i 15 e i 35 anni. I soggetti più a rischio sono sicuramente gli adolescenti ma non ne sono esenti gli adulti né i bambini, considerando che può essere trasmessa anche attraverso giocattoli contaminati.

Un sistema immunitario indebolito sicuramente facilita la contaminazione dal virus Epstein Barr e la contagiosità può persistere per molto tempo, dato che l’eliminazione faringea del virus può perdurare fino ad un anno dopo il contagio.

Sintomi

In genere, la mononucleosi nei bambini con età inferiore ai 5 anni è asintomatica, mentre negli adolescenti e negli adulti potrebbe sviluppare dei sintomi che, eventualmente, tendono a comparire 30-50 giorni dopo il momento del contagio.

I sintomi principali della mononucleosi infettiva da Epstein Barr sono:

  • Stanchezza estrema;
  • Febbre;
  • Mal di gola;
  • Linfonodi gonfi.

Non sempre, comunque, questi sintomi si manifestano tutti insieme. Generalmente l’infezione inizia con una sensazione generale di malessere, che risulta spesso grave in particolare durante le prime 2 o 3 settimane, e febbre lieve che può raggiungere un picco di 39,5°C. Solo in seguito, si manifestano mal di gola e ingrossamento dei linfonodi del collo.

In circa il 50% dei soggetti affetti da mononucleosi infettiva può verificarsi un ingrossamento della milza anche se, nella maggior parte dei soggetti affetti, i sintomi sono modesti o addirittura assenti. Tuttavia, è opportuno tenere sotto controllo l’ingrossamento della milza onde evitarne la rottura che può causare danni gravi e potenzialmente fatali.

Meno frequenti sono le eruzioni cutanee, che si sviluppano per lo più in quei soggetti che assumono l’antibiotico ampicillina.

Casi rari e più gravi presentano anche convulsioni, danni neurologici, alterazioni comportamentali e infiammazioni cerebrali (encefalite) o dei tessuti che rivestono il cervello (causando nella peggiore delle ipotesi meningite o sclerosi multipla), anemia e occlusione delle vie aeree causata dall’edema linfonodale.

Il tasso di mortalità è inferiore all’1% e generalmente è causato da complicanze come encefalite, rottura della milza, oppure occlusione delle vie aeree.

Diagnosi e trattamento

I sintomi della mononucleosi sono piuttosto simili a quelli di altre infezioni virali e batteriche, per cui non sempre risulta facile riconoscere un’infezione da virus Epstein Barr.

L’esame del sangue è sufficiente per confermare la diagnosi. Nelle fasi iniziali dell’infezione o nei bambini piccoli, viene effettuato quello che si chiama monotest che, se negativo, può essere ripetuto per maggiore sicurezza. In caso di forte sospetto è possibile effettuare anche ulteriori test specifici per ricercare la presenza di anticorpi contro il virus Epstein Barr nel sangue.

È possibile inoltre che venga richiesto un emocromo completo, utile ad individuare una sovrapproduzione di globuli bianchi mononucleati caratteristici della mononucleosi infettiva.

Non esiste un trattamento specifico della mononucleosi, per cui si consiglia innanzitutto un decorso tranquillo e a riposo a letto. Inoltre si consiglia di evitare traumi al fianco sinistro così da scongiurare una rottura della milza.

È possibile inoltre fare ricorso a paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come aspirina o ibuprofene per alleviare febbre e dolore, e a corticosteroidi per trattare alcune complicanze come il gonfiore delle vie aeree.

Prevenzione

Essendo la mononucleosi un’infezione che non sempre viene individuata e che non ha un vero e proprio trattamento, è sempre opportuno cercare di prevenirla. È quindi fondamentale evitare il contatto quando la malattia è conclamata.

Altrettanto importante è però vivere in ambienti puliti e, in particolare, rafforzare il proprio sistema immunitario, per cui occorre adottare uno stile di vita sano che preveda una regolare attività fisica, una dieta equilibrata e bere sempre molta acqua.