Gli uomini che indossano la cravatta sono spesso alle prese con dilemmi importanti: per esempio, sono curiosi di sapere dove la cravatta deve arrivare (Scopri dove deve arrivare la cravatta su DoveDeve), ma anche qual è il nodo più indicato per ogni situazione. A questo proposito, può essere utile conoscere i cinque nodi di cravatta più usati, in modo tale da poter contare su una vasta possibilità di scelta e identificare quello più adatto alle proprie esigenze.
Il nodo più diffuso – e non è certo difficile intuirne il motivo – è rappresentato dal nodo della cravatta semplice, utilizzato in ogni angolo del mondo. Noto anche come nodo four in hand o come tiro a quattro, si caratterizza per il fatto che la parte larga della cravatta – quella che viene definita gamba – incrocia la parte stretta – quella che viene definita gambetta -. Il risultato è un nodo di tipo asimmetrico, che proprio in virtù di tale peculiarità viene ritenuto adatto specialmente per situazioni poco formali. Di certo, è un nodo versatile che va bene su qualsiasi tipo di collo di camicia e può essere messo in pratica con qualunque cravatta.
Un altro nodo decisamente popolare è il nodo Windsor, che di sicuro è un po’ più sofisticato rispetto a quello semplice: pur rivelandosi appariscente, si dimostra comunque elegante. Il nome deriva dal riferimento a Edoardo di Windsor, duca destinato a diventare re Edoardo VIII. Al di là della sua paternità, ciò che conta è che si tratta di un tipo di nodo che è adeguato specialmente per le situazioni più formali. La sua simmetria deriva dal fatto che, se viene eseguito a regola d’arte, assume una forma perfettamente triangolare. Chi fosse intenzionato a sceglierlo deve tenere conto che avrà bisogno di cravatte lievemente più lunghe rispetto alla norma, mentre le camicie più indicate per un abbinamento saranno quelle con colli italiani o Windsor.
Il nodo della cravatta piccolo è un’altra delle opzioni che meritano di essere incluse in questa top five: il suo formato ridotto lo rende adatto a cravatte di grandi dimensioni, così da favorire le migliori proporzioni possibili.
Un altro dei cinque nodi di cravatta più usati dagli uomini è quello doppio: in pratica, è una versione double di quello semplice, ed è consigliato per le cravatte poco spesse, che con altri nodi rischierebbero di risultare pressoché invisibili. Viene chiamato anche nodo Prince Albert, pur non essendo mai stata testimoniata una riconducibilità diretta al Principe Alberto, e prevede una doppia rotazione della gamba, che deve essere avvolta attorno alla gambetta per due volte nella fase iniziale. Facile da mettere in pratica, è un po’ meno asimmetrico rispetto al nodo semplice e, quindi, un po’ meno informale: con il suo fratello “dimezzato”, però, condivide la versatilità.
Infine, l’ultimo ma non meno importante nodo della cravatta che vale la pena di conoscere è il nodo Onassis, che deve il proprio nome ad Aristotele Onassis: fu l’armatore greco, infatti, ad adottarlo negli anni Sessanta del secolo scorso e a contribuire alla sua popolarità. Si può facilmente osservare che si tratta di un nodo caratterizzato da un alto tasso di informalità: la gamba della cravatta è lasciata libera, invece di attraversare il nodo come avviene negli altri casi, il che rende questa soluzioni a dir poco inconsueta ma, proprio per questo motivo, molto originale. Per realizzare il nodo Onassis si può partire dal nodo semplice: in effetti, a ben guardare non è altro che un nodo semplice che non è stato completato, con la gamba che resta sul davanti a mo’ di sciarpa. Le cravatte più indicate per questo nodo sono quelle caratterizzate da una larghezza significativa, magari da usare su un abito, su un panciotto o su un gilet.