Il ricorso – sempre più frequente – al mondo della chirurgia estetica è una tendenza in aumento anche fra i giovani al di sotto dei 25 anni: tra le cause scatenanti, la ricerca della perfezione per poter condividere la propria immagine sui social network e apparire al meglio.
Viviamo in una società dove tutti noi veniamo bombardati da messaggi con cui si tributa un’importanza sempre più rilevante all’esteriorità, tanto che ormai la perfezione dell’aspetto fisico sembra essere un obbligo. Questo, sommato all’abitudine di postare continuamente la propria immagine sui social, ha indotto una parte sempre più crescente di ragazzi giovanissimi a ricorrere alla chirurgia estetica, per eliminare anche difetti piccolissimi veri o presunti.
La tendenza ha visto la luce negli Stati Uniti, ma si sta diffondendo velocemente anche in Italia. Da un’indagine effettuata presso l’Accademia Americana Ricostruttiva e Plastico Facciale, circa la metà dei chirurghi ha ricevuto richieste di interventi da parte di giovani al di sotto dei venticinque anni, che portavano – come motivazione all’intervento – la voglia di apparire perfetti nei selfie e in tutte le immagini postate sui social.
Nel 2015, l’American Society of Plastic Surgeons ha rilevato che più di 65.000 giovani con meno di 20 anni si sono sottoposti ad interventi di otoplastica, aumento del seno e rinoplastica.
In Italia, secondo i dati forniti da uno studio effettuato dalla Società Italiana di Medicina Estetica presso l’Università della Magna Grecia di Catanzaro, un numero sempre crescente di ragazze tra i 13 e i 18 anni si rivolge al chirurgo estetico con l’intenzione di rifare seno, gambe, fianchi. I ragazzi, invece, preferiscono intervenire sui muscoli e sul naso.
Nel nostro Paese però , come nel Regno Unito, non è consentito dalla legge effettuare su minori interventi di chirurgia estetica, ad eccezione dell’otoplastica, per cui è indispensabile il consenso di entrambe i genitori. Moltissimi giovani si rivolgono, però, anche alla medicina estetica per la cura dell’acne e per l’eliminazione dei peli superflui.
Secondo alcuni esperti del settore, l’uso dei social è sicuramente il maggiore responsabile di questa ricerca spasmodica di bellezze e perfezione: una foto o un video con la propria immagine, che viene guardata da un numero incalcolabile di persone, spinge una gran parte di giovani verso interventi di chirurgia e medicina estetica alla ricerca della perfezione. Anche se poi qualcuno dovrebbe spiegare loro che la perfezione è illusoria e non è certo comunque ottenibile nella sala operatoria di un chirurgo estetico.
Molti chirurghi estetici si trovano in grande difficoltà quando vengono formulate richieste di interventi per poter somigliare il più possibile al loro vip preferito. Oppure quando la richiesta di intervenire su parti del corpo non è dettata dalla necessità di eliminare dei difetti, ma dall’esigenza di cambiarne la forma a proprio piacimento; ad esempio trasformare la forma degli occhi, della bocca o del naso già perfetti.
Il discorso, naturalmente, diventa completamente diverso nel caso di difetti veri che possono compromettere, nel giovane, la stabilità emotiva e la capacità di relazionarsi con gli altri. Una ragazza con il seno completamente piatto, o con un naso molto pronunciato, potrebbe veder compromesso il proprio benessere psicofisico, un’eventualità molto dannosa, soprattutto in una età post adolescenziale, dove le insicurezze sono una costante anche quando non si hanno difetti particolarmente pronunciati.
In questi casi, secondo gli esperti, è possibile prendere in considerazione l’idea di intervenire per eliminare il difetto. In questi casi particolari, gli interventi più frequenti – in ordine crescente – sono: otoplastica, liposuzione, rinoplastica e mastoplastica additiva.
In ogni caso, l’etica professionale del chirurgo estetico – tema oggi molto dibattuto – impone di non cedere alle richieste fantasiose di giovanissimi, che sperano di placare le proprie insicurezze cercando di somigliare a personaggi famosi o che pensano di poter usare la chirurgia estetica per inseguire canoni di bellezza preconfezionati. Una bellezza che non è sinonimo di perfezione, anche perché in natura la perfezione non è stata prevista.