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Rifare i pavimenti a casa, tra questioni funzionali , pratiche ed estetiche

Spesso basta rifare il pavimento di casa perché gli ambienti appaiano immediatamente diversi; e tuttavia si tratta di un intervento nient’affatto semplice da eseguire, sia dal punto di vista dell’investimento economico, che da quello del lavoro e dei tempi richiesti (soprattutto se si tratta di intervenire sulle pavimentazioni dell’intera casa).

DEMOLIZIONE SI’, DEMOLIZIONE NO…

Cominciamo con la prima voce da considerare per ristrutturare le pavimentazioni, vale a dire la demolizione.

Affidatevi ad un tecnico competente che valuti lo stato degli impianti sottostanti, perché se questi risultassero danneggiati oppure troppo obsoleti si dovranno abbattere in tutto o in parte sia il pavimento sia il massetto.

Qualora invece questi non fossero da rinnovare, non sarà necessario demolire e si potrà optare per sovrapporre al pavimento precedente un nuovo rivestimento: vedremo successivamente come fare, per il momento concentriamoci sulla demolizione.

Ipotizziamo ad esempio che si debbano smantellare delle vecchie piastrelle (poco importa il materiale che le compone).

Bisognerà dapprima staccarle/scalfirle, facendo leva su di esse con un raschiatore a motore oppure con uno scalpellatore elettrico manuale; e poi, una volta creato un varco, continuare a scollare quelle semi-staccate con scalpello o spatola e martello.

Il costo della demolizione varia al variare della pavimentazione:

  • per piastrelle in ceramica spesse 2 cm occorreranno circa 11€ per mq, comprensivi di smaltimento
  • per prodotti con spessori superiori a 2 cm (in ceramica, graniglia, cotto, gres, etc.) si può arrivare anche a 15€ al mq
  • per marmo o granito il massimo da prevedere è 17,50 €
  • etc.

A questi vanno aggiunti in media altri 10€ al metro quadro per demolire un massetto con uno spessore massimo di 10 cm (oltre, i prezzi aumenteranno).

A questo punto consideriamo invece il caso in cui non sia necessario sbarazzarsi preventivamente del pavimento, sia perché le sottostanti tubazioni sono ancora relativamente giovani e ben funzionanti, sia perché le piastrelle in questione sono in uno stato di conservazione accettabile (ma magari sono passate di moda, o sono di una nuance che proprio non sopportate, oppure in un formato che non vi aggrada affatto).

In generale, se il pavimento che si vuole rivestire è moquette, gomma, linoleum o PVC (quindi un pavimento “morbido”), è necessario rimuoverlo completamente e rifare in tutto o in parte il massetto auto-livellandolo.

Lo stesso dicasi per parquet o laminato.

Nel caso invece di vecchi pavimenti in cemento, resina o altri materiali rigidi, bisognerà verificare che risultino ben conservati e in piano.

Qualora le condizioni lo consentano, l’applicazione del nuovo rivestimento su quello vecchio può essere effettuata con:

  1. posa incollata (come, per esempio, quando si sovrappongono parquet o vinile): questa tecnica prevede che l’adesione completa di tutti gli elementi al massetto sottostante, e, in caso di zone di scollamento, la rimozione e il livellamento degli spazi rimanenti
  2. posa flottante, per tipi di pavimento come il parquet a 3 strati, i vinilici con incastro a secco, i laminati: anche in questo caso è d’obbligo accertarsi che il pavimento esistente sia in piano (è consentito un dislivello massimo di 2 mm ogni 2 m), anche se, a differenza della tecnica di cui sopra, non è necessaria la perfetta adesione delle vecchie piastrelle al massetto sottostante (purché la situazione non sia tale da compromettere l’intervento).

È chiaro che, rispetto alla demolizione, la sovrapposizione risulta meno invasiva, produce meno sporco e rumori, e richiede costi e tempistiche inferiori.

IL MASSETTO

Dopo aver rimosso la vecchia pavimentazione, si procederà alla realizzazione del massetto, cioè di un sottofondo liscio ed omogeneo, con altezza variabile in funzione dello spessore e del tipo di pavimento scelto (che analizzeremo in seguito).

Oltre alla classica composizione di sabbia e cemento miscelati con acqua, un massetto può prevedere anche l’aggiunta di altri materiali, a seconda delle prestazioni che gli si richiedono, per cui può essere:

  • a base naturale: realizzato con calce pura naturale
  • autolivellante: costituito da cemento, sabbia e additivi chimici, e caratterizzato da una notevole fluidità
  • a secco: fornisce ottime prestazioni abbinate ad un basso consumo energetico
  • in argilla espansa: premiscelato e leggero, assicura un’ottima resa sia a livello acustico che termico.

Per la realizzazione ci si aggira sui 20-25 € per mq.

LA SCELTA DELLA NUOVA PAVIMENTAZIONE

Quando si tratta di soddisfare le esigenze, sia estetiche che funzionali, il mercato odierno è sempre pronto!

Se volete restare sul classico le piastrelle sono un’ottima opzione, soprattutto se adoperate in bagno o in cucina.

Anche se parlare di classico, con le ultime tendenze di design, è davvero riduttivo!

Sono infatti innumerevoli le proposte a disposizione, come quelle che si caratterizzano per forme geometriche strane e spesso irregolari, pensate come parte di un sofisticato e affascinante puzzle.

Sempre più gettonate le forme esagonali, con accostamenti di nuance a contrasto e di finiture lucide o matt.

Tra i materiali attualmente più in voga il gres porcellanato: una ceramica a pasta compatta e dura, colorata, non porosa, capace di resistere agli sbalzi di temperatura e umidità, robusta, resistente e durevole perché inalterabile.

Amate piuttosto il calore e la naturalezza conferite dai pavimenti in legno?

E come darvi torto!

Ma come fare a capire se una pavimentazione è realmente in parquet?

NON rientrano tra i pavimenti in legno gli impiallacciati, i laminati e il linoleum: se è vero che il mercato ne mette a disposizione anche di buona-elevata qualità, si tratta comunque di imitazioni!

L’impiallacciato solitamente contiene meno di un millimetro di essenza: assai lontano dai 2,5 mm minimi che deve possedere un parquet per essere definito tale.

Il laminato è composto da fibra di legno e lamina plastica.

Mentre sughero e farina di legno, pasta di olio di lino e tela di juta, assieme a pigmenti e inerti, sono gli elementi costitutivi del linoleum (insomma, di legno nobile nemmeno l’ombra!).

In più, a differenza del parquet originale, quando si procede alla posa di questi “surrogati”, vengono adoperate colle spesso contenenti sostanze dannose sia per la salute dell’ambiente che per quella dell’uomo.

In conclusione: se ci si vuole dotare di un pavimento in parquet bisogna valutare quale sia la presenza di legno puro che lo compone.

Si va sul sicuro con le pavimentazioni in legno massello, formate da unico strato di legno nobile.

Tuttavia, anch’esse non sono esenti da difetti: non solo suoni di calpestio e scricchiolii che per taluni possono anche non essere fastidiosi (ed anzi caratteristici del prodotto), ma quel che è peggio torsioni, imbarcamenti e spaziature causati da cambi di temperatura e umidità.

Questo, in aggiunta alla scarsa compatibilità con gli odierni impianti di riscaldamento a pavimento, rischiava di decretare la fine del parquet!

Ma ecco che il mercato ha ovviato a tali problemi con prodotti prefiniti a due o tre strati (ancor meglio se incrociati), dalla posa semplice e veloce, utilizzabili in ogni tipo di ambiente e su qualunque sottofondo.

Se però, al posto del calore e della tradizione comunicati dal legno, prediligete un mood contemporaneo e pulito, i pavimenti in resina sono ideali per voi.

Sono facili da lavare e altamente personalizzabili, e in più:

  • sono resistenti
  • trattengono il calore
  • formano un unico blocco senza fughe al pavimento (al contrario di parquet e piastrelle)
  • sono idrorepellenti, non assorbendo acqua e liquidi (a differenza del cotto).

Inoltre la resina permette di riprodurre oltre 2500 cromie, e avendo uno spessore di appena 2-3 mm si può posare senza la necessità di demolire.

Ovviamente, come quasi tutti i materiali, presenta anche degli svantaggi: piccoli graffi e inestetismi non potranno essere “corretti”; e inoltre, se non posata bene e su una superficie preparata adeguatamente, potrà presentare col tempo crepe e fessure.

Ma soprattutto, la resina deficita in quanto a resistenza ai raggi UV, per cui tende ad ingiallire.

I prezzi di questo tipo di pavimenti variano: una resina spatolata (non liscia) parte da 70€ al metro quadro, mentre una autolivellante ha un costo medio di 120€ (per maggiori info sui costi vedi questo articolo.).

E concludiamo questa carrellata coi pavimenti di cemento.

Si tratta di un materiale moderno, versatile, resistente ed economico, che permette di ottenere superfici lisce, antiscivolo, resistenti all’urto, all’usura e alle macchie, di lunga durata e di facile pulizia.

In più:

  • ha un’ottima conducibilità termica, perfetta per installare riscaldamenti a pavimento
  • permette applicazioni in continuità senza fughe, per cui è di semplice pulizia
  • si applica non solo a pavimento ma anche a parete (compreso nei piatti doccia)
  • è presente con una grande varietà di colori e finiture (lucide e opache).

È possibile scegliere tra la posa in cemento industriale (caratterizzata da un elevato spessore), in microcemento (che garantisce un ottimo rapporto tra durezza ed elasticità, e tra qualità e prezzo) o in cemento spatolato (formato da una particolare miscela di materie pure, posato con un basso spessore pur presentando un’alta resistenza alle crepe).

Un consiglio: se si tratta di rinnovare i pavimenti di una stanza soltanto, oppure di un mini-appartamento di 50 mq o 60 mq lasciate perdere! Scegliete questo prodotto per superfici oltre i 100 mq (meglio ancora 150), così il prezzo risulterà più conveniente…

RIFARE I PAVIMENTI “ALL’ESTERNO” DI CASA

Non solo i pavimenti interni necessitano di rifacimento: cosa comporta risistemare le pavimentazioni esterne?

Pensiamo al terrazzo.

Ogni 15-20 anni, volenti o nolenti, si è costretti a interventi piuttosto radicali, che comprendono rifacimento della pavimentazione e relativa impermeabilizzazione.

Prima di tutto sarà necessario demolire la vecchia pavimentazione e il sottofondo in malta, fino allo strato di asfalto.

Poi bisognerà posare dei bocchettoni per la raccolta delle acque piovane, prevedendo una pendenza di almeno il 3% al fine di evitare ristagni d’acqua che potrebbero causare umidità.

Si procede col rifacimento del massetto di sottofondo a base di sabbia e cemento e con la posa di una mano di asfalto a freddo e di due strati di guaina.

Dopo tutta la preparazione del sottofondo si chiude con la posa della nuova pavimentazione.

Tuttavia, prima della pavimentazione, è consigliatissimo prevedere un’impermeabilizzazione che eviti infiltrazioni d’acqua: andranno applicati speciali manti sintetici, formati da più teli sovrapposti in fibra di vetro bitumata spessi circa 10-15 mm.

E quando si tratta invece del garage e della cantina, quale soluzione si presta maggiormente?

Trattandosi di spazi che necessitano di rivestimenti resistenti, adatti a sopportare tutte le pressioni, le sollecitazioni e l’umidità tipica di questi ambienti, due sono i materiali adoperabili:

  • il calcestruzzo (o cemento), economico e robusto, talvolta rinforzato con sabbie e quarzi
  • il PVC, resistente, idrorepellente e antimacchia.

 RINNOVO DELLE PAVIMENTAZIONI E AGEVOLAZIONI FISCALI

Pensare di cambiare i pavimenti (interni o esterni alla casa) spendendo poco, soprattutto quando è necessario effettuare dapprima operazioni di demolizione, non è assai realistico…

Tuttavia è possibile risparmiare grazie alle agevolazioni fiscali, ma solo a determinate condizioni.

Se infatti la sostituzione avviene per una mera questione estetica la detrazione non sarà ammessa; se invece l’intervento è motivato dalla rottura di una tubatura o dalla decisione di installare un riscaldamento a pavimento si potrà beneficiare della riduzione del 50% prevista dal bonus ristrutturazioni anche per il 2019.