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Vespa 150GS la nascita del “Vespone”

Tra i modelli di spicco della storia Piaggio, la Vespa Primavera non può non essere ricordata. Sostituendo la Nuova 125 fa il suo debutto nel ‘68 e fino all’82 viene lanciata in tre serie, così da venire incontro alle numerose richieste. Il successo è stato tale che nel 2013 ne viene proposta una versione più moderna, simile all’originale ma attrezzata di tutte le soluzioni tecnologiche più recenti.

La Vespa Primavera segna un punto di svolta per l’estetica dei modelli Piaggio, che dedica una cura speciale ai dettagli, dagli intarsi al tappo del clacson. In questo periodo avviene anche il passaggio dal classico stemma rettangolare a quello più moderno, esagonale. Di serie monta la doppia sella, e con i suoi 5.56 CV può raggiungere i 90 km/h, anche se il tachimetro segna fino ai 120 km/h.

La seconda generazione, prodotta dal ‘74, comporta qualche modifica per lo più estetica. I cambiamenti sono pochi, fra cui il più utile è di sicuro l’irrobustimento del cavalletto d’appoggio, rivelatosi troppo fragile nella prima serie.

L’innovazione maggiore si ha a partire dalla terza serie, nel ‘77, in particolare nella versione ET3. Questa è la versione sportiva della Primavera, con dimensioni ridotte simili alla Vespa 50 ma un manubrio più maneggevole. Le leve sono incurvate e più comode da impugnare, la tenuta generale è molto buona, rendendola in grado di piegare oltre i 70 km/h.

L’ET3 spiccava rispetto alle sorelle anche perché monta il sistema di accensione elettronico con volano-magnete, accelerandone la partenza in qualsiasi condizione e stabilizzando la prestazione negli alti regimi. Sul veicolo viene adottata una soluzione già sperimentata nella 200 Rally, il cilindro a tre travasi, che fornisce più potenza e capacità di accelerazione allo start.

Il carburatore di serie è come al solito un  Carburatore Dell’Orto SHBC, nello specifico un SHBC 19/19. A differenza del modello montato sulla Primavera, ha un getto massimo e minimo leggermente più alti, rispettivamente 76 e 45 a confronto dei 74 e 43 della compare.

Bisogna ammettere che qualche lato negativo ce l’ha: è scomoda nei lunghi viaggi in due, e nei tragitti particolarmente impegnativi compaiono delle vibrazioni fastidiose… Ma non è niente di imperdonabile. In compenso è affidabile e resistente, offre una grande potenza in cambio di una manutenzione davvero minima nel tempo.

La generazione Primavera (ET3 compresa) scatenò una corsa agli accessori mai vista prima, difficile trovarne una in condizioni originali oggi. Portapacchi, parafanghi, indicatori, adesivi, kit areodinamici… i giovani si sbizzarrivano con tutto! Non era inusuale, all’epoca, uscire da una discoteca e trovarsi di fronte una Primavera o con tanto di radio accomodato nel bauletto posteriore e la musica sparata a tutto volume.

Oggi è un pezzo da collezione molto ricercato soprattutto dagli amanti del restauro. Questo testimonia il fatto che, per quanto i veicoli prodotti oggi possano essere più veloci, moderni e potenti, niente può eguagliare il fascino di chi ha fatto la storia.